maggio 2017 Archive

Comprendere la stagnazione odierna, di Robert J. Shiller (da Project Syndicate, 23 maggio 2017)

       

L’energia di Trump, scarsa e sporca, di Paul Krugman (New York Times 29 maggio 2017)

E' possibile che Trump, nell'incontro di Taormina della settimana passata, abbia mandato al diavolo il mondo intero sbandando su un carrello da golf? In effetti, mentre gli altri leader facevano una passeggiata nel centro storico, lui ha deciso di seguirli guidando quel carrello. Il che si inquadra, pare, in una personale filosofia: l'idea che non si debba fare movimento, perché sudare danneggia l'organismo. Ma fermare le lancette dell'orologio non è solo una filosofia personale, è anche un programma politico, in particolare evidente nella seconda idea di "tornare al carbone". Carbone, in realtà, che sta uscendo di scena per la velocità con la quale le energie rinnovabili sono, ogni giorno, più competitive. Ma Trump sta decidendo di non confermare gli impegni dell'accordo di Parigi sul clima. Ovvero: i modi stravaganti nei quali la follia personale si connette con la follia politica del leader più potente al mondo.

Il vero peccato della Germania, di Paul Krugman (dal blog di Krugman, 27 maggio 2017)

[1] La frase (“È l’economia, stupido”) divenne negli USA famosa dopo essere stata usata una prima volta da Bill Clinton nel corso di un dibattito ...

Consiste tutto nel disprezzo di Trump, di Paul Krugman (New York Times 26 maggio 2017)

Ancora sul tema degli effetti disastrosi della politica sanitaria di Trump e delle sue proposte di bilancio, sui lavoratori bianchi che l'hanno votato, in particolare in alcuni Stati come la Virginia Occidentale. Talmente disastrosi - come certifica l'analisi dell'Ufficio Congressuale del Bilancio sulla contro riforma sanitaria di Trump - che è probabile che il tema principale sia la sua psicologia, in parte infantile, in parte dipendente dal piacere di ingannare gli altri.

Come essere economie aperte, di Michael Spence (da Project Syndicate, 22 maggio 2017)

Gli autotrasporti e le pene dei colletti blu, (dal blog di Paul Krugman, 23 maggio 2017)

[1] Guadagni medi orari degli occupati nella produzione e senza funzioni di controllo: trasporti e magazzinaggio, in rapporto all’indice dei prezzi al consumo per tutti ...

La mancata liberazione dei lavoratori americani, di Paul Krugman (New York Times 22 maggio 2017)

I conservatori americani si riempiono la bocca di libertà. Ma i lavoratori americani sembrano piuttosto costretti su una strada di servitù. Un lavoratore su cinque è costretto a subiti i cosiddetti "patti di non concorrenza", ovvero l'impossibilità di avere un nuovo lavoro in imprese concorrenti. Pareva un rimedio per proteggere i segreti delle imprese, ma viene usato anche da imprese che producono panini. Di fatto serve a stabilire un legame obbligato con la propria impresa, e dunque a indebolire la forza di contrattazione dei lavoratori. Lo stesso accadrebbe con la controriforma sanitaria di Trump, che in pratica ripristinerebbe la penalizzazione per tutti coloro che hanno patologie sanitarie preesistenti. Anche il quel caso l'effetto sarebbe in pratica di non potere cambiare lavoro e di essere aggiogati al datore di lavoro attuale, se non si vuole rischiare di finire senza assicurazione.

Cinture, strade e politica strategica del commercio (dal blog di Paul Krugman, 20 maggio 2017)

Appellandosi alla letteratura dai vasti abissi, (dal blog di Paul Krugman, 17 maggio 2017)

[1] Lascerà come esercizio l’individuarlo. Espressione ironica, perché quel saggio è un suo saggio sulla crisi del Giappone, abbastanza noto e qua tradotto.     ...

Scambiando quattro chiacchiere con i nababbi del NAFTA (dal blog di Krugman, 15 maggio 2017)

[1] Il ‘modello gravitazionale nel commercio internazionale … similmente ad altri modelli gravitazionali nelle scienze sociali, prevede i flussi commerciali basandosi sulle dimensioni economiche (spesso ...

Cosa succede ai repubblicani? di Paul Krugman (New York Times 19 maggio 2017)

Al momento appare chiaro che nessun personaggio del gruppo dirigente repubblicano ha intenzione di prendere posizione per un accertamento formale delle responsabilità del Presidente Trump. Vengono al pettine i nodi della natura di quel partito, e di come si sia trasformato negli ultimi decenni. In fondo, quale è la differenza con la Francia? Là i conservatori non avrebbero potuto spingersi sino ad affidarsi ad una candidata della quale non potevano aver fiducia, negli Stati Uniti l'hanno fatto in modo compatto. Mettendo in fila tutte le storie di Trump, ce ne sarebbe a sufficienza per stabilire che siamo in presenza di una autocrazia. Può darsi che Trump si stia rovinando con le sue mani; ma un esito anti democratico è ancora del tutto possibile.

Lezioni dagli antiglobalisti, di Joseph E. Stiglitz (da Project Syndicate, 1 maggio 2017)

[1] Letteralmente la “Cintura della ruggine” è la grande area che comincia a New York e attraversa il settentrione passando per la Pennsylvania, la Virginia ...

I salari della paura salariale, di Bill Emmott (da Project Syndicate, 10 maggio 2017)

     

La Germania è sbilanciata o è fuori dai cardini? di Barry Eichengreen (da Project Syndicate, 11 maggio 2017)

       

L’adescamento della pompa del signor Donald Trump, di Paul Krugman (New York Times 15 maggio 2017)

Di recente Trump ha detto in una intervista che è tempo di "adescare la pompa" dell'economia americana, espressione che gli è parsa proprio bellina e che aveva inventato due giorni prima. Peccato fosse una famosa frase di Delano Roosevelt negli anni '30, ripresa centinaia di volte nei dibattiti di politica economica. Ma il punto non sono le amnesie di Trump. Il punto è che la sua proposta economica non consiste in un piano di forti investimenti pubblici, bensì in sgravi fiscali per i più ricchi. E il punto è che quella politica avrebbe comunque avuto un senso maggiore quando si doveva stimolare l'economia americana dopo la crisi del 2008, quando i repubblicani si opponevano agli aumenti di spesa con l'ostruzionismo nel Congresso.

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