settembre 2018 Archive

I repubblicani fanno il loro giuramento di Ippocrate, di Paul Krugman (New York Times, 27 settembre 2018)

Il "giuramento di Ippocrate" dei repubblicani funziona all'inverso. In sostanza essi vogliono togliere l'assicurazione a milioni di americani, anzitutto a coloro che hanno patologie sanitarie serie preesistenti. Ma sono consapevoli che la protezione di quelle persone è considerata irrinunciabile dalla maggioranza degli elettori. Dunque mentono, fanno il possibile per spergiurare che vogliono in contrario di quello che effettivamente si propongono. Quindi questo è un punto da chiarire definitivamente: per i repubblicani, chi ha serie patologie preesistenti - diabete, cardiopatie, tumori - deve rinunciare ad essere assicurato.

Una recessione per effetto di un vasto assortimento di cause, (dal blog di Paul Krugman, 19 settembre 2018)

Il Partito senza idee, di Paul Krugman (New York Times 24 settembre 2018)

Nelle prossime elezioni è probabile che i democratici si aggiudicheranno la maggioranza del voto popolare. Ma per aggiudicarsi la maggioranza dei delegati al Congresso dovrebbero vincere con ampio margine alla Camera e con amplissimo margine al Senato; dunque l'esito è incerto. Nel frattempo, è certo che sui temi reali - sanità, tagli alle tasse e tariffe sulle importazioni - hanno già perso. Al punto che essi stessi devono parlare d'altro: di razzismo, di una ondata inesistente di crimini da parte della popolazione di colore.

I profitti spettacolari giustificano prezzi spettacolari per le azioni statunitensi? Di Robert Shiller (da Project Syndicate, 24 settembre 2018)

Il modello economico di successo del Giappone, di Adair Turner (da Project Syndicate, 20 settembre 2018)

Di nuovo corrompere con le tariffe, di Paul Krugman (New York Times, 20 settembre 2018)

L'entità delle tariffe sulle importazioni decise da Trump, in particolare con la Cina, non è banale, anche se i numeri non raccontano tutta la storia. Il punto è che furono gli Stati Uniti - con un legge voluta da Roosevelt nel 1934 - ad avviare una politica di accordi commerciali reciproci. Quella politica interruppe una lunga tradizione di corruzione e di trattamenti speciali sulle tariffe. Venne mantenuta la possibilità di misure protettive in casi estremi, potere che negli USA venne affidato all'esecutivo e al Presidente in particolare. L'idea era di usare quel potere in modo discreto e senza malizia. Evidentemente Trump non era previsto. Trump ha distrutto quella storia e, anzitutto, ha reso gli Stati Uniti inaffidabili. Per gli altri Paesi, ma anche per sé stessi, giacché le tariffe sono tornate ad essere un terreno di clientelismo.

Kavanaugh e la politica della malafede, di Paul Krugman (New York Times, 17 settembre 2018)

Cosa c'è all'origine della "malafede" che caratterizza i repubblicani odierni? Occorre tenere a mente che quel termine non è affatto una banale accusa ad avversari politici, è letteralmente un termine di origine legale e indica il fingersi impegnati in qualcosa, mentre si fa il contrario. In questo senso la "malafede" è semplicemente la conseguenza di un programma basato sui favori fiscali ai ricchi e in gravi tagli allo Stato sociale, quando si è consapevoli che quel programma è profondamente impopolare. Tutta la politica subisce allora una torsione basata sull'inganno. Si smarrisce persino il senso della responsabilità personale.

Giorni di paura, anni di blocco, di Paul Krugman (New York Times, 13 settembre 2018)

La crisi del 2008, la parte di quella crisi che si concentrò sulle istituzioni finanziarie in particolare dopo il fallimento di Lehman Brothers, non durò così a lungo, non più di due anni. Sennonché essa era un sintomo di cause più profonde, che divennero evidenti con lo scoppio della bolla immobiliare. Che impoverì molte famiglie di americani e diede un colpo alla spesa per i consumi. Questa fu la causa di uno stato di recessione che proseguì per anni, dopo che gli aspetti meramente finanziari erano stati risolti. E la cause di quella lunghezza della Grande Recessione fu in sostanza politica: il Partito Repubblicano fece una opposizione da 'terra bruciata' ad un incremento della spesa pubblica, che era l'unico modo per uscire dai guai più rapidamente. Anche se il boicottaggio repubblicano fu accompagnato da una timidezza verso una politica più attiva da parte di dirigenti democratici, come l'allora Segretario al Tesoro Tim Geithner. Fu lì che la crisi economica preparò la strada alla crisi democratica e costituzionale di oggi.

La stretta creditizia e la grande Recessione (per esperti), (dal blog di Paul Krugman, 14 settembre 2018)

[1] La tabella mostra l’andamento in termini di quote del PIL degli investimenti lordi del settore privato.  [2] La tabella mostra nella linea blu – in ...

Il lavoro scadente sulla Grande Recessione, (dal blog di Paul Krugman, 12 settembre 2018)

[1] Una espressione ironica che pare provenga dalla cultura dei pellerossa. [2] La linea blu indica la stima dello stress finanziario – nell’indice della Banca ...

I democratici sono credibili sulla assistenza sanitaria, di Paul Krugman (New York Times, 10 settembre 2018)

La campagna elettorale in corso per le elezioni di medio termine negli Stati Uniti è istruttiva. I repubblicani insistono esclusivamente sui temi identitari (della popolazione bianca, ovvero immigrati, criminalità etc.), i democratici su quelli programmatici, soprattutto sanitari. Ma sono credibili? Il punto è che la riforma sanitaria di Obama - un successo dei repubblicani comporterebbe la sua definitiva abrogazione - resta ancora in piedi. Il suo meccanismo è stato indubbiamente macchinoso, ma ha funzionato. E forse l'America potrebbe regalare questa novità: che nel momento del massimo frastuono dei tweet e delle false notizie, gli americani preferiscono guardare ai fatti.

Il debito non cresce a dismisura, (dal blog di Paul Krugman, 11 settembre 2018)

           

Ammalati, fallisci e poi muori, (dal blog di Paul Krugman, 3 settembre 2018)

[1] I costi insostenibile delle patologie “preesistenti” erano una condizione tipica precedente alla riforma di Obama. Quando un lavoratore doveva cambiare assicurazione, la nuova polizza metteva ...

Kavanaugh sopprimerà la Costituzione, di Paul Krugman (New York Times 6 settembre 2018)

Kavanaugh è il giudice della Corte Suprema che è stato proposto da Trump, sulla cui nomina si sta pronunciando il Congresso. Se la proposta venisse accolta - un Giudice con un curriculum impressionante di posizioni anti ambientali, ostili ai diritti del lavoro, e con un ruolo considerevole in tutte le cacce alle streghe imbastite dai repubblicani negli ultimi due decenni - il rischio di crisi costituzionali negli Stati Uniti diverrebbe evidente. Quello che è in gioco, infatti, è l'indipendenza della Corte Suprema.

La Conferenza di Bretton Woods, di Marco Marcucci. Settembre 2018

 

zz 569La conferenza di Bretton Woods – un modestissimo villaggio del New Hampshire nella cornice di montagne bellissime eppure senza una strada principale e senza negozi, ma con un albergo enorme provvisto di tutto, costruito da 240 emigrati italiani, capace di ospitare centinaia di delegati provenienti da 44 paesi, compresa l’Unione Sovietica e la Cina prerivoluzionaria – ebbe luogo nel luglio del 1944, quando ancora mancava quasi un anno alla conclusione della guerra in Europa, nonché altri mesi alla resa del Giappone. Il Presidente americano Roosevelt, nella sua lettera di saluto ai delegati, scrisse: “E’ giusto che proprio nel momento in cui la guerra di liberazione è al suo culmine, i rappresentanti degli uomini liberi si riuniscano per confrontarsi sulla forma del futuro che ci stiamo conquistando”; l’esito della guerra appariva segnato, ma la sua conclusione avrebbe ancora richiesto molte centinaia di migliaia di morti. Cionostante, Bretton Woods decideva di un futuro ormai percepito come concretamente imminente. Ma quale futuro? Dal libro di Benn Steil “La battaglia di Bretton Woods” (Donzelli Editore. Prima edizione in lingua inglese, 2013), si comprende in modo esauriente che si trattava in realtà di un futuro assai indefinito. (prosegue)

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